01 Set 23
8 Settembre 1943. Una finestra di approfondimento sul passato.
La mattina dell’’otto settembre del 1943 attraverso i microfoni di Radio Algeri, gli italiani appresero dal generale Eisenhower che :
“ Il governo italiano si è arreso incondizionatamente a queste forze armate. Le ostilità tra le forze armate delle Nazioni Unite e quelle dell’Italia cessano all’istante. Tutti gli italiani che ci aiuteranno a cacciare il tedesco aggressore dal suolo italiano avranno l’assistenza e l’appoggio delle nazioni alleate”.
Era l’annuncio dell’armistizio, firmato cinque giorni prima a Cassibile, in data 3 Settembre 1943.
Dalla parte Italiana, tale notizia, uscì pesantemente e colpevolmente distorta in una forma di assoluta ipocrisia, Il Maresciallo Badoglio, incaricato dal Re di formare il nuovo governo, alle 19,42 dello stesso giorno citava:
“Il governo italiano, riconosciuta la impossibilità di continuare la impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell’intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane. La richiesta è stata accolta. Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza”.
Il Maresciallo con negligenza dimenticò di relazionare i vari comandi del Regio Esercito, della Regia Marina e della Regia Aeronautica, che all’oscuro di questi avvenimenti, non poterono prendere contromisure con l’unico risultato della dissoluzione delle forze armate e conseguenti eccidi e deportazioni dei militari nei campi di concentramento tedeschi. Pertanto l’otto settembre, più che un armistizio, fu un giorno vergognoso per Casa Savoia, con i reali che fuggirono in auto ad Ortona e poi in nave verso la Puglia e della fuga del Maresciallo Badoglio stesso, già responsabile della disfatta di Caporetto, e salvato dalle commissioni d’inchiesta compiacenti e assiduo frequentatore ed adulatore del Duce.
Le conseguenze dell’8 settembre 1943: l’Italia si arrese agli Alleati. Le forze tedesche occuparono il Nord Italia e liberarono Mussolini dalla prigionia. Quindi, lo stesso istituì la Repubblica Sociale italiana, con sede nella città di Salò, nel Nord Italia, e completamente dipendente dalla Germania.
L’armistizio segna uno spartiacque dell’Italia: finisce l’alleanza con la Germania nazista e inizia l’alleanza con gli Anglo americani (i quali vivevano questa alleanza con una certa diffidenza),
Contestualmente iniziano gli ultimi sedici mesi di guerra. Mesi di stragi, di bombardamenti, di rappresaglie che trascinarono fino alla data del 25 aprile del 1945, alla vera liberazione dell’Italia, alla fine del fascismo e del nazismo e l’effettiva fine della guerra.
Il giorno stesso della firma dell’armistizio gli anglo americani sbarcavano nella città di Salerno iniziando a risalire verso Nord. Alla fine del 1943 l’Italia Meridionale è sostanzialmente libera e sotto il controllo del governo italiano che intanto, il 13 di ottobre, ha dichiarato guerra alla Germania.
L’esercito regolare, subito dopo la divulgazione dell’Armistizio, sembrò sciogliersi come neve al sole,: molti militari tornarono a casa e alla vita civile. Altri costituirono delle formazioni partigiane, molti aderirono alla R:S:I: e continuarono i combattimenti dando vita ad una crudele guerra civile che portò infiniti lutti da ambo le parti.
Resta inteso che questa data risulta essere la fine di quello che si era costruito con la costituzione del Regno d’Italia nel 1861 e con il risorgimento ossia un sentimento nazionale italiano e che con l’otto settembre, non è più rinato e resta ancora come divisore di idee.
I giorni che precedettero l’armistizio non furono sfruttati dal Governo Badoglio, che non fu in grado di organizzare una difesa coordinata dalle Forze Italiane contro quelle tedesche, né gli Alleati intervennero, pur avendo promesso un lancio di paracadutisti oltre la linea di Cassino. In sintesi, non furono in grado di pianificare e organizzare alcun tipo d’intervento, ad eccezione dello Stato Maggiore della Regia Marina che riuscì a far riparare nei porti cobelligeranti un’ alta percentuale del naviglio militare italiano, Purtroppo con la dolorosa perdita della corazzata Roma, affondata il 9 settembre, con 1393 morti tra il suo equipaggio, ed in parte, dallo Stato Maggiore della Regia Aeronautica che riuscì a portare mezzi ed uomini negli aeroporti già occupati dagli anglo americani.
I combattimenti delle giornate dall’ Otto settembre in poi, non furono che episodi autogestiti dai singoli comandanti senza una guida dello stato, nel frattempo trasferitosi a Brindisi, vennero alimentati con reparti destinati alla difesa della Capitale citando: i Granatieri di Sardegna del 1° e 2° reggimento; Carabinieri Reali; gli agenti della Polizia Africana Italiana; dalla 12 brigata Sassari con il 151 e 152 regg. fanteria; dai reparti Guastatori e Genio; dai Bersaglieri; dalla cavalleria del Genova, Savoia; dai lancieri di Montebello; dai carristi dell’Ariete II e della Centauro II; dalle divisioni Piave, Abruzzi, Torino e Piacenza e dalla Guardia di Finanza che iniziarono in moto spontaneo, affiancati dalla popolazione civile, ma l’organizzazione dei reparti germanici stroncarono quasi sul nascere questi tentativi di liberare la città. I vari scontri della Montagnola, di Piazzale Ostiense, di Porta San paolo, del ponte della Magliana, delle tre fontane, di Monterosi, Bracciano, Monterotondo e Manziana, solo per citarne alcuni, causarono la morte di 183 civili e 1167 militari di cui molti furono insigniti di medaglia al valore con 1659 feriti tra i civile e una cifra che si aggira sui 3600 tra i militari solo nella regione lazio oltre alla la perdita di centinaia di mezzi, migliaia di armi e la cattura di innumerevoli prigionieri.
L’otto settembre inizia nelle isole Ionie di Cefalonia, Corfù, Zante ed Itaca, la tragedia delle truppe Italiane di occupazione, alla richiesta della consegna delle armi, iniziò una trattativa tra il generale Gandin ed il colonello tedesco Barge, tale situazione si protrasse per giorni, poi iniziarono i combattimenti.
Nei soldati italiani prevalse l’idea che se armati avrebbero avuto più possibilità ad essere rimpatriati, così come la promessa di aiuti da parte americana per la copertura aerea delle posizioni italiane, cosa che rimase del tutto disattesa, pertanto iniziarono una battaglia contro i tedeschi che li mitragliavano e bombardavano dall’alto con gli Stukas a cui non potevano opporre che una decina di armi antiaeree, pertanto nonostante il valore, e dopo feroci combattimenti, il 22 settembre furono costretti alla resa.
Con oltre 1250 caduti nei combattimenti, altri 1350 uomini ( che si erano arresi ad Zante ) morti per annegamento a seguito dell’affondamento delle navi che li deportavano verso i campi di internamento, e più di 5.000 passati per le armi dalle truppe regolari della Wehrmacht a seguito degli insensati ordini di Hitler, questo fu l’alto contributo di sangue pagato da uomini che ormai consideravano con l’armistizio dell’otto settembre la data della fine della guerra, che invece proseguì con l’internamento di circa 650.000 soldati italiani di cui ne morirono 50.000 di stenti e malattie, con la distruzione, di porti, di navi, di ferrovie, di treni, di aeroporti , di città, di paesi, di ponti, di infrastrutture ospedaliere con danni per centinaia di miliardi, con stragi verso la popolazione inerme e quanto di più mostruoso riesce a concepire l’uomo operando il genocidio, la caccia al diverso, e l’uccisione dei disabili e malati mentali.
Concludendo questo resoconto dettagliato sulle perdite dell’otto settembre, si può considerare infine che la guerra è il peggiore dei mali che che possa esistere e che purtroppo la storia non insegna a chi non vuole comprendere, e le persone sono sorde e cieche e non tengono in considerazione il dolore e l’orrore che essa contribuisce a creare. Dopo quasi un secolo dalla fine di quell’immensa catastrofe umanitaria, nonostante la mentalità moderna, la sensibilità moderna, siamo in pieno XXI secolo ed ancora dobbiamo assistere in Europa, e nel mondo, alla morte di tante persone ed innocenti, quotidianamente, sotto bombardamenti per l’imperialismo di due paesi, che pur discendendo da regimi simili, definiscono gli avversari come nazisti, tenendo presente che dalla fine del secondo conflitto mondiale, un periodo di pace assoluta non si è mai verificato tra i numerosi conflitti, grandi e piccoli, che ha visto impegnate e vede ancora impegnate numerose nazioni. Quando invece, la strada della pace e la mediazione è l’unica via sensata che dovrebbe essere percorsa.
Arnaldo S. Polverini
Transversum a favore della Cultura e la memoria Storica.